giovedì 23 febbraio 2012

Officina letteraria #3 ed esercizio di scrittura: il punto di vista

L'ultimo esercizio di Officina Letteraria è stato: prendere l'esercizio della settimana scorsa (nella fattispecie questo) e riscriverlo dal punto di vista di un altro personaggio. Possibilmente quello in apparenza più marginale.

Ecco cosa ne è venuto fuori:


Stamattina non tocca a me portare i fiori. Nel nostro quartiere ci sono due fiorai oltre a me: a Don Claudio non piace avere preferenze, perciò ogni domenica chiama uno di noi a turno. Oggi sarò un parrocchiano come gli altri. Tanto per cambiare Chiara non è ancora pronta: non ho fretta di arrivare, ma mi scoccia tenere così tanto tempo la macchina in doppia fila.

Chissà poi cosa viene a fare... sta seduta tutto il tempo, non canta... solo quando ci sono i miei fiori la chiesa le interessa di colpo, cammina qua e là osservando tutto e alla fine si ferma ad annusarli sull'altare. Mi fa venire voglia di prendere un cane. Lucia mi ha raccontato che faceva così anche da bambina: la Messa era l'unico momento in cui le suore le portavano oltre il cortile, ma Chiara stava tutto il tempo in un angolo con la faccia a terra. Solo quando tornava da uno dei vari affidi era contenta: indossava la gonna a pieghe nera, recitava gli inni a voce altissima e si muoveva tutta mentre faceva la fila per la Comunione.

Non è ancora scesa, mi toccherà spostare la macchina prima che qualcuno arrivi a farmi la pelle. Posso immaginare cosa stia succedendo di sopra: Chiara in mutande come al solito sul divano, che stringe un fazzoletto bagnato come tutte le sante volte in cui il padre di Billy Elliot viene a vederlo ballare, e Lucia che le lancia le scarpe da lontano, sperando che si decida a metterle intanto che scorrono i titoli di coda.

Una volta o l'altra giuro che le faccio andare a piedi.

(qui le puntate precedenti di Officina letteraria...)

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