lunedì 14 marzo 2011

Diventare giornalisti: incontro con il direttore del 'Secolo XIX'

Mercoledì scorso ho partecipato a un incontro con Umberto La Rocca, direttore del quotidiano Il Secolo XIX. Si è parlato dello stato attuale dell'informazione in Italia e del mestiere del giornalista.

Ecco qualche spunto su cui riflettere:

- i direttori dei giornali vivono chiusi in redazione, hanno pochi contatti con l'esterno e quei pochi sono filtrati dalla posizione che ricoprono (= incontri di rappresentanza)

- buona parte dei giornalisti di oggi raccontano opinioni ma non sanno farsi opinioni

- Ferruccio De Bortoli (direttore del Corriere della Sera) in un incontro ha dichiarato che i giovani nella sua redazione sono appena il 2%... ma per giovani intende la fascia di età intorno ai 30 anni, non inferiore. A Liberacion il 40% dei redattori ha meno di 30 anni

- I limiti del giornalismo italiano: (1) i giornali sono praticamente tutti di proprietà di imprenditori per i quali l'editoria non è il core business (2) scarsa cultura dei vecchi e nuovi giornalisti, i primi per quanto riguarda le nuove tecnologie, i secondi per cultura generale (3) i costi di produzione (soprattutto della carta) sono sempre più alti e realizzare giornali cartacei diventa un business sempre più insostenibile (4) l'attuale inasprimento degli scontri politici ha portato i giornali ad accentuare caratteristiche che sono l'opposto del giornalismo, ma nonostante ciò proprio quei giornali che più lo hanno fatto (Il Giornale, Repubblica, Il Fatto Quotidiano) hanno avuto un incremento delle copie vendute.

- la perdita di credibilità dei giornali (o perché troppo ideologizzati o perché troppo voltabandiera, vedi il Corriere della Sera) crea necessità di spostare altrove l'informazione: in Francia un gruppo di giornalisti di Liberacion si sono licenziati e hanno creato un portale di informazione, Rue89. Cambiare lavoro (ossia passare dal cartaceo al web) implica un radicale cambio di mentalità. Come lo ha fatto Rue89: (1) Il nome non è un richiamo alla Rivoluzione Francese (1789), ma una combinazione di lettere e numeri breve e facile da ricordare. (2) La redazione è composta da 5 persone: un corrispondente da Pechino, uno da New York, un cronista di politica, uno di giudiziaria e un curatore del sito.

- il futuro del giornalismo web non è così certo. Lo dimostrano casi come l'Huffington Post, che dopo anni di autosostentamento con la pubblicità ha scelto di essere rilevato da un grosso gruppo della comunicazione (America OnLine). Buona parte dei siti web di informazione degli Stati Uniti si sorregge con attività surrettizie (per esempio corsi di formazione in giornalismo e web design).

- per i lettori (soprattutto sotto i 30 anni) è percepito come normale informarsi sul web. Un'inchiesta del WSJ ha dimostrato però che solo il 2% degli utenti web è interessato all'approfondimento.

- il citizen journalism non è giornalismo, ma una fonte: secondo La Rocca (qui specifico il nome perché non sono del tutto d'accordo) in esso manca uno degli elementi chiave del giornalismo, ossia il controllo e l'analisi della notizia (Al Jazeera ha stimato che circa il 50% dei tweet inviati da Egitto e Libia erano fasulli)

- cosa serve per diventare giornalisti? (1) ottima cultura di base (2) sapersi muovere nei new media, e in particolare saper girare e montare video. Le web tv saranno uno degli elementi cardine del giornalismo del futuro.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Mancano alcune piccole, lievi, velate discriminanti sul piccolo, lieve, velato problema delle assunzioni, dei pagamenti, degli stage a tempo indeterminato e della non volontà da parte delle redazioni di assumere. Ciò ha solo vaghe ripercussioni sulla possibilità di diventare giornalista... vaghissime, se consideriamo gli obblighi imposti dall'Albo per poter accedere all'esame, al tesserino, all'iscrizione... E nemmeno questo è una garanzia.

Chiara ha detto...

... e io che voglio/vorrei/volevo fare la giornalista......

Unknown ha detto...

Diventare giornalista è sempre più difficile, ma non impossibile. La chiave sta nello specializzarsi, farsi il mazzo, farsi conoscere e accettare un po' di sano sfruttamento iniziale (ho lavorato gratis 10 ore al giorno per quasi un anno e mi ha spianato la strada per tutto ciò che è arrivato dopo...).

Anonimo ha detto...

Ho lavorato gratis per un anno e mezzo dietro a prototipi di riviste e varie per una casa editrice.. e non mi ha aperto alcuna strada. Anzi.