martedì 31 gennaio 2012
Sono contrario alle emozioni (Diego De Silva)
Non avevo mai letto Diego De Silva. L'ho scoperto per caso, grazie a una recensione di eFFe su Finzioni. L'ho riscoperto in una serata bolognese allo Zammù, mentre Silvia Surano si cimentava in una lettura della fenomenologia di Raffaella Carrà.
Mi ha stregato fin dalle prime pagine. Mi ha stregato anche se il disincanto del maschio italico non è fra i miei temi preferiti e la rievocazione di Canzonissima o delle merendine anni Settanta non appartengono al mio bagaglio (a quei tempi ero ancora fra gli angioletti a suonare l'arpa). Il suo modo di scrivere ha però quella fluidità e quella trasparenza che sono merce rara per uno scrittore.
Mi sono piaciuti i suoi dialoghi surreali con Mr Wolf, e penso che se mai andrò da uno psicanalista sarà con lo stesso approccio. Mi è piaciuto il cinismo con cui racconta le donne, per una volta fuori dall'abusato cliché che da Cenerentola a Bridget Jones ci è toccato subire negli anni. Mi è piaciuto quel passare da una narrazione rapida a pensieri solo in apparenza sconnessi, a spiegare a chi come me non c'era cosa significa davvero Tuca tuca e che il Camillino non era proprio identico al gelato "dei miei tempi".
Mi è piaciuto, insomma.
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