giovedì 10 novembre 2011

Londra Babilonia (Enrico Franceschini)


Ne parlo già, anche se non l'ho ancora finito. Ne parlo perché non sono mai stata a Londra ma è come se ci vivessi da sempre. Ne parlo perché leggo Repubblica e leggo Enrico Franceschini. Ne parlo perché è scritto talmente bene che è come se lui fosse seduto qui di fronte a me a raccontarmelo, una chiacchierata fra vecchi amici davanti a un caffè e una torta troppo cotta.

Ne parlo perché in questi giorni ho iniziato una nuova avventura: prendo il 15 (lo stesso che insieme al 43 mi porta verso casa) e proseguo fino a Quarto, costeggio quel tratto di mare e sole e cielo che sta dietro al monumento, mi asciugo una lacrima di gioia e scendo alla fermata successiva. Priaruggia. Lì c'è Era Superba. Lì ci sono io, per ora a mezzo servizio e poi si vedrà.

Ieri pomeriggio parlavo con una donna appena conosciuta e ho detto: "Una delle cose che voglio è fare la giornalista". Mi è scappata così, a negazione della me stessa che conosco. Non voglio costruire nessun castello su questa frase. Prendo atto di averla pronunciata. Prendo atto di essere felice quando sono sul 15, sia in un senso di marcia che nell'altro. Prendo atto che le belle cose finiscono e che se si ha fiducia ne iniziano di ancora più belle. Prendo atto che le persone che amo non le perdo solo perché cambio casa o lavoro o abitudini. Prendo atto che Enrico Franceschini scrive talmente bene da farmi piangere. Prendo atto che prima o poi a Londra ci andrò.

Ps. di cosa parla il libro ve lo spiego prossimamente ;)

1 commento:

Simone Galdi ha detto...

Curioso: anch'io ne ho "parlato" (in trasmissione, ad aprile) pur non avendolo letto tutto.
Leggendo il blog di Franceschini, comunque, si delinea un profilo di Londra stupendo, una città coinvolgente ed universale. Non vedo l'ora di tornarci...