martedì 30 agosto 2011

Lavorare in casa editrice: intervista a Give me a chance

1- Come è nata l'idea del progetto Give me a chance? Quali sono i suoi punti chiave?L' idea è nata dal desiderio di dare una possibilità di pubblicazione a coloro che hanno realizzato un'opera d' ingegno, si tratti di saggi, romanzi, musica o software. Le competenze che abbiamo sviluppato all'interno della nostra società ci permettono di seguire in modo adeguato i nostri autori, offrendo sia un supporto tecnologico per la creazione del proprio profilo sul sito e per la conversione dei lavori nei formati idonei (nel caso di scritti in formato PDF e ePub) sia un supporto creativo e di editing che consente una migliore valorizzazione delle opere.

2- Chi vuole approcciarsi a un lavoro nell'editoria si affida spesso a due strumenti: gli stages e le collaborazioni in remoto. Entrambi rivelano spesso un mondo fatto di contratti non regolari e collaborazioni sottopagate. Come giudicate questo fenomeno? Quali sono a vostro avviso le competenze da acquisire per diventare professionisti in questo settore?
ll mondo dell' editoria soffre di un eccesso di offerta (molti scrittori o aspiranti tali) e di scarsa domanda (pochi lettori), un tempo compensata dagli introiti derivanti dalla pubblicità. L'emorragia dei fatturati che ha caratterizzato il mondo editoriale, non solo italiano, ha spinto le aziende ad adottare una politica volta a una drastica riduzione dei costi in particolare quelli fissi. Si sono così privilegiate forme di collaborazione a tempo determinato e con remunerazioni contenute in sostituzione alle tradizionali assunzioni. Anche in questo settore le competenze da acquisire devono essere specialistiche, non ci si improvvisa giornalisti, né editor, né grafici. Solo con un continuo e faticoso lavoro di approfondimento, di aggiornamento e di studio si può ottenere quella professionalità che permetterà di ricevere il giusto riconoscimento.

3- L'editoria è spesso confusa con 'tipografie su commissione', in cui chiunque sente di avere un talento letterario sborsa anche diverse migliaia di euro per stampare i propri testi. E' possibile ritornare a un mercato editoriale che punti solo sulla qualità? A quali tipi di clienti vi rivolgete?La stampa digitale permette la produzione di  poche copie a costi estremamente contenuti, mentre ciò non e' possibile con la stampa tradizionale offsett. La diffusione che la tecnologia digitale sta avendo indica che sempre più uno scrittore avrà la possibilità di tenere fra le mani una copia ben stampata e rilegata del suo lavoro con grande gratificazione del proprio ego.

Questo fenomeno ci sembra irreversibile, la quantità di opere sul mercato tenderà sicuramente ad aumentare, mentre garanti della qualità dovrebbero essere le case editrici che dovrebbero valutare l'effettivo valore di uno scritto, ed è la filosofia che Givemeachance sta perseguendo.

4- Avere un blog ed essere presenza attiva sui social network ha una funzione importante nel far conoscere la propria attività? Quali strumenti non possono mancare?La presenza sul web è fondamentale per una piccola casa editrice come la nostra, sia per farsi conoscere sia per mantenere un rapporto con i nostri clienti. Siamo presenti con un sito istituzionale e  con account sui principali social network.

5- In sintesi, cosa consigliate a chi vuole lavorare nel settore dell'editoria?
Anche nell' editoria vale la massima di Orazio "nihil sine magno labore vita dedit mortalibus".

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