lunedì 8 agosto 2011

Lavorare come copywriter freelance: intervista a Simona Cremonini

Simona Cremonini è una copywriter freelance. Avevo già parlato del suo blog Creativaconcc, uno dei miei punti di riferimento sul web e risorsa imprescindibile per chi vuole lavorare nella comunicazione.

In questa intervista ci racconta qualcosa del suo lavoro.


1) Ci parli brevemente della tua attività? In cosa consiste il tuo lavoro?
Innanzitutto grazie per l’ospitalità sul tuo blog. Io sono una copywriter, che sembra la classica definizione in inglese per darsi un tono ma è l’unica che riesco a dare per indicare il mio lavoro, perché non ho ancora trovato una definizione italiana corrispondente che mi soddisfi.

Sono un’autrice di testi su commissione, in pratica a seconda dell’esigenza scrivo o revisiono testi. Ho cominciato ufficialmente 5 anni fa, con l’apertura della partita iva, anche se era da qualche anno in più che bazzicavo il settore dell’editoria e della comunicazione.

2) Come mai hai scelto di aprire il blog Creativaconcc?
Il blog creativaconcc ha aperto il 1 gennaio del 2007 (e l’idea è venuta pochi giorni prima… altro che business plan, io sono un’impulsiva!) ed è stata una fortissima provocazione nei confronti di questo mondo che non voleva accogliermi, in una fase in cui mi ci stavo per tuffare a pieno!

Da provocatrice e suggeritrice sono diventata la “zia” di tanti blog che sono nati dopo (magari scrivendomi per chiedermi se potevano fare copiaincolla delle opportunità che proponevo io…) e l’idea si è rivelata estremamente vincente: il blog mi ha aiutato molto a crearmi un nome tra gli addetti ai lavori e più di una volta è diventato centro di discussioni interessanti sul vivere da freelance, sulle tariffe o sui problemi della professione.

3) Sul tuo blog segnali spesso opportunità di lavoro nel settore della comunicazione. Come si possono distinguere gli annunci validi da quelli che mascherano collaborazioni poco o per nulla retribuite?
Non esiste una formula universale, e purtroppo gli annunci gratuiti su internet sono un calderone: però spesso chi ha un minimo di intenzioni serie scrive di cercare un freelance, un professionista, dice qualcosa sul tipo di contratto, spiega il lavoro e di chi temi bisogna occuparsi, indica se offre un telelavoro o un lavoro o stage in sede. Cerco di segnalare opportunità che mi sembrano poste seriamente, anche se qualche volta è capitato che qualcuno abbia commentato negativamente su un’azienda (con conseguente telefonata degli avvocati dell’azienda stessa…).

4) Quali doti personali e competenze bisogna avere per intraprendere un percorso da freelance?
Doti personali e competenze devono convivere. Bisogna essere molto versatili e sapersi autogestire, sul fronte commerciale, amministrativo, organizzativo. Per quanto riguarda le competenze bisogna fare concretamente fare quello che viene richiesto, che siano proposte di naming o testi ottimizzati per il web. Sembra una cosa scontata ma non lo è affatto.

E poi, personalmente credo che ci siano altri due elementi imprescindibili. Uno è l’avere una passione inesauribile per questo lavoro. L’altro lo potrei definire “avere talento”, che è un elemento si rafforza lungo il percorso ma che deve esserci dall’inizio: se uno non ce l’ha non basta studiare o impegnarsi, anche se senza studio o impegno non si arriva a vivere da freelance.

5) Ha senso l'esistenza di percorsi di studio specifici come la facoltà di Scienze della Comunicazione? Quali sono i limiti dell'istruzione scolastica nel formare nuovi professionisti?
A mio avviso ha senso nel formare a livello teorico un professionista, perché molti sono gli aspetti teorici in questo lavoro: penso alla grammatica e alla logica, alla capacità di analisi, a nozioni di marketing che altrimenti bisogna studiare da autodidatti.

Il limite è il passaggio dalla teoria alla pratica, e per quello che ho visto l’università italiana è ancora molto distante dal proporre un percorso completo che metta uno studente nella condizione di conoscere la materia e poterla mettere in pratica in un tempo breve. Vedo molti che invece devono ricorrere a lunghi stage, e non parliamo di studenti usciti da giornalismo che non sanno scrivere un articolo.

6) In sintesi, quali consigli ti senti di dare a chi vuole lavorare nel settore della comunicazione?
Armarsi di pazienza, perché il settore è ostile e bisogna sgomitare. Diventare dei commerciali coi controcoglioni. Non stancarsi mai di studiare la propria materia. Essere bravi a organizzarsi. E poi avere una passione interminabile per questo lavoro, come ho detto, perché ogni giorno è una battaglia.

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