Una biblioteca troppo piena per trovare un posto decente in cui sedersi. E' aperta da meno di un'ora e mezza, io arrivo e non c'è posto per me. Elemosino un angolino di pavimento accanto a una presa di corrente, gran fortuna la mia, perché altrimenti dopo poco più di un'ora il pc sarebbe pronto ad abbandonarmi, dopo aver consumato gli ultimi scampoli di batteria.
Oggi, a gambe incrociate e il collo leggermente piegato in avanti, vivo da zingara la mia ricerca. Proseguo nel preparare un esame, nel pensare a quanto mi manca lavorare, nel mettere insieme altri tasselli del puzzle che mi si è frantumato dentro.
Sono zingara come Vianne, e proprio stamattina ho preso in prestito il libro che parla di lei (e qui di nuovo devo ringraziare Carolina e un suo post). Sono senza dimora, il treno è la mia casa, che mi conduce nei rifugi che mi accolgono per mangiare e dormire. Amo la mia casa che è tante case, la mia vita che è tante vite, il mio amore che è tanti amori, il mio lavoro che è tanti lavori. Amo questa posizione che fra poco mi farà venire male ai muscoli e contorcere dalla fame. Amo questa giornata iniziata un po' storta ma che sta diventando mia.
2 commenti:
Ti devo dire una cosa, ma te la scrivo via mail uno di questi giorni. Idea per i nostri blog! ;-) e per il loro traffico... ;-)
Wow! Attendo con ansia!!!
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