mercoledì 13 ottobre 2010

Italia-Serbia, Genova brucia e il calcio muore

Ieri sera esco verso le 18 dall'ufficio. Sono un po' stanca, di fretta, devo correre in bagno e ho un treno da prendere. Piazza De Ferrari è invasa dai tifosi serbi: solo grida, bandiere, fumogeni e bottiglie di birra. Qualche carabiniere fermo sulla porta del Ducale, perché in fondo fare casino non è reato. Penso che da un momento all'altro verrò sollevata da terra e trascinata lì in mezzo.

Mentre sono in treno scopro che un 40 (o un 39? Non ho chiesto dettagli in merito) è stato fermo 5 minuti dalla piazza perché i tifosi serbi lo hanno accerchiato e prendevano a manate i finestrini. Tutto risolto in poco, e va bene.

Arrivo a casa, doccia, cena, cane, e poi X-Factor. Alla prima lite dei giudici cambio canale, e scopro che la partita deve ancora iniziare. Giro ogni tanto, mi incollo a Internet per capire. Ma non capisco.

Capisco solo che abbiamo vinto a tavolino una partita che probabilmente avremmo perso, perché la nazionale serba è buona e noi siamo ancora un po' scettici su noi stessi, una batosta (per non dire "figura di cacca") come quella del Mondiale non si cancella in pochi mesi. Capisco solo che chi è andato allo stadio, magari portandoci i bambini, ha avuto una gran paura. Capisco solo che lo sport è tutto uno schifo, e che dovremmo limitarci a tornei di scacchi e freccette per tornare a essere un mondo civile. Ma forse gli ultras arriverebbero anche lì.

2 commenti:

Erika Muscarella ha detto...

Occhio: non è lo sport a fare schifo. Sono i tifosi. Quando il cervello manca, questi sono i risultati. E infatti, arriverebbero anche lì. Oppure farebbero tutto questo casino alle elezioni. Tanto, in Italia, è la stessa cosa, no?

Daniele Mattei ha detto...

Le freccette possono essere pericolose. possono essere lanciate negli occhi altrui o usate come arma contundente. Quindi abolirei anche quelle.