lunedì 26 novembre 2012

Una parola che mi piace e perché mi piace

Asola

Questa è la storia di una bambina genovese cresciuta in un paesino di mille abitanti, dove in famiglia e a scuola si apprende una lingua ibrida di italiano e dialetto.

La prima vera educazione alla lingua ibrida e madre è però avvenuta attraverso le commedie di Gilberto Govi. Una delle scene più celebri è quella in cui Govi, sotto gli occhi esterrefatti della moglie (sua moglie anche nella vita), sbaglia ad abbottonarsi il gilet.

Una scena memorabile, tanto che i genitori e i nonni della bambina genovese le hanno insegnato ad abbottonarsi da sola i vestiti, con la raccomandazione "Non fare come Govi, metti gassetta e pomello nell'ordine giusto".

La bambina genovese sapeva benissimo che pomello in italiano significa bottone, ma era altrettanto convinta  che gassetta in italiano significasse gassetta.

Quella bambina genovese ero io. Ho scoperto solo alcuni anni più tardi che il buco di stoffa in cui si mette il bottone si chiama asola e che gassetta è una parola in dialetto. Non ricordo quanti anni avessi, Nè il momento preciso in cui è avvenuta questa mia presa di coscienza linguistica. Ricordo però che asola è stata, in un certo senso, la prima parola a cui io abbia prestato veramente attenzione.


(esercizio svolto per il workshop di scrittura con Paolo Nori a Officina Letteraria)


immagine presa da qui

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