mercoledì 16 maggio 2012

Testamento biologico online


Luca Coscioni, Eluana Englaro, Piergiorgio Welby, Terry Schiavo. La morte è uno di quei temi che si tende a tenere nascosto come un parente scomodo, come se non ci dovesse toccare mai. Se ne parla solo quando c'è un vip da celebrare, magari un vip che finché era vivo si è celebrato poco.

Per non parlare di chi la morte la sceglie: il tema è un tabù nel tabù, viziato anche da una vocazione al martirio cristianamente concessa solo in alcuni casi eccezionali. Gianna Beretta Molla ha scelto la morte per dare la vita alla sua bambina, e la Chiesa cattolica l'ha per questo proclamata santa. Luca Coscioni e Piergiorgio Welby non avevano nuove vite da salvare ma una malattia incurabile da cui volevano liberarsi, e la Chiesa Cattolica ha per questo negato loro il funerale.

Non è un tema leggero da affrontare, lo scegliere come morire. Quando ieri ho saputo che l'associazione Luca Coscioni ha pubblicato online un registro per il testamento biologico, ho pensato che sarebbe mio diritto e dovere fare la mia parte e dire quali sono le mie ultime volontà.

In realtà questo diritto e dovere mi fa paura: oggi, che è una giornata come tante altre, dovrei scegliere e mettere nero su bianco se voglio essere rianimata, dializzata, nutrita artificialmente. Dovrei sceglierlo e metterlo nero su bianco perché - facciamo le corna e tutti i superstiziosi scongiuri del caso - potrebbe succedermi qualcosa per cui è troppo tardi e qualcun altro dovrà scegliere per me. Ah, già, dovrei anche scegliere e mettere nero su bianco chi è questo qualcuno.

Dovrei. Dovrò. Dovremmo tutti. Mi fa paura, ma va fatto. Perché nessuno ha il diritto di scegliere per noi come dobbiamo vivere e come dobbiamo morire. Al massimo si può avere il diritto di scegliere di non sceglierlo. Ma questa è un'altra storia.

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