Una volta ci avevano provato: una protesta di massa contro le reiterate violazioni della privacy da parte di Facebook confluite in un evento denominato Quit Facebook day, una giornata in cui una lunga serie di persone avrebbe voluto cancellarsi una volta per sempre dalla creatura di Mark Zuckerberg.
Inutile dire che la cosa non è andata proprio secondo i piani. Anche se la recente scoperta di Twitter da parte di molteplici vip sta facebookizzando il panorama dei social media, e i vari Google+, Pinterest e compagnia bella stanno provando a creare un'alternativa valida, sembra proprio che noi italiani - proprio come siamo attaccati al mattone e al contratto a tempo indeterminato - non vogliamo proprio scollarci dal social network di blu vestito.
Ieri mi è capitato di sentire due pareri diametralmente opposti sulla questione. Partiamo dall'ultimo. Un post di Riccardo Luna su Il Post in cui il megadirettore sancisce il seguente teorema: "non esiste “il diritto a sparire dal web”, così come non esiste il diritto a sparire dal mondo". Tanto più che - anche volendoci provare - la cancellazione da Facebook non implica affatto la sparizione d'amblais di tutti i nostri dati personali fin lì timelineizzati. Anzi.
Ieri mattina, di rimando, ho avuto una lunga e piacevole chiacchierata con il collega blogger e compatriota Adriano Casissa, che sta mettendo in campo una scelta diametralmente opposta: scaricare Facebook sulla pubblica piazza. Lo fa in un'iniziativa denominata Facebook Pause: tre mesi di stop dal social network in attesa dell'ibernazione definitiva.
Personalmente non ho mai considerato l'idea di cancellarmi da Facebook. Forse perché il problema non si pone: dato che lo utilizzo soprattutto per lavoro, amministrando diverse pagine non posso non avere un profilo su cui appoggiarmi. Anzi, vi confesso un segreto: ho creato una pagina dedicata a Prove tecniche di sogni, che non mi sono ancora decisa a pubblicare.
Sarà la volta che lo faccio? :-)
1 commento:
pubblica la pagina del tuo blog, mettila visibile ... :)
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