A dodici anni ho avuto l'idea per il mio primo romanzo. Si intitolava Angeli in terra, e dopo settimane di duro lavoro è venuto lungo ben quindici pagine di Word. Non so che fine abbia fatto quel file, né cosa ci abbia scritto esattamente.
So solo che avevo letto la trama di Veronika decide di morire di Coelho ed era qualcosa che poteva avvicinarvisi.
Dieci anni dopo, eccomi. Solo che ho preso Coelho dal lato sbagliato. Sono partita da Undici minuti, che è quanto di più lontano dal vero stile di Coelho. E così abituarmi è dura. E poi il libro mi dà ansia: credo di soffrire di una strana allergia alle parole sangue, endovenosa e flebo. Appena le leggo sento un tremore dietro al collo e devo distogliere lo sguardo.
A parte questo, ecco la frase che finora (dall'alto della pagina 96) sintetizza per me il messaggio del libro:
Nella frenesia di voler costruire un mondo inviolabile per qualsiasi minaccia proveniente dall'esterno, alcune persone aumentano esageratamente le difese contro l'esterno (gente estranea, posti nuovi, esperienze diverse) e lasciano sguarnito l'interno. Da quel momento, l'Amarezza comincia a causare danni irreversibili.
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