Ho cercato per tanto tempo uno spazio che mi rappresentasse in aggiunta a questo blog e ai social, che contenesse quella particina di me che se ne sta tranquilla in un angolo per emergere quando meno me lo aspetto.
Che io ricordi scrivo da sempre. Ho imparato a tre anni e non ho più smesso. Ho un senso della storia che a volte mi spaventa, perché ho paura di annegarci e diventare un Enrico IV che si rifugia nella finzione per evitare la realtà.
Non sono metodica. I miei primi racconti li ho sudati per mesi, spremendo fino al midollo ogni mia energia per un sinonimo, una virgola, un tempo verbale. Oggi ho scelto di essere puro istinto. Di fidarmi della prima stesura, quella del cuore. Non sono una di quelle che si impegna a scrivere tot pagine al giorno o a dedicare tot ore al giorno alla scrittura. Tengo le mie parole e le mie storie nel cuore e nella testa, le medito, le coccolo, e aspetto che qualcosa venga fuori. Quando meno me lo aspetto arriva il lampo, l'epifania. E allora scrivo.
Qualche giorno fa ho cercato uno spazio che abbracciasse tutti quei mondi che creo. I racconti scritti quando ero giovane si riconoscono al volo: sono lunghi, sofferti, sudati. Per quanto riguarda gli ultimi, non ce n'è uno uguale all'altro. Esploro tecniche e dimensioni diverse alla ricerca della mia. Quando la troverò vi farò sapere :-)
Ho due romanzi appena iniziati nel cassetto, tanti quaderni pieni di pensieri, una Moleskine sulla scrivania e una in un cassetto, gli appunti ed esercizi della Holden in un mobile. E ho tutto il resto su My Indie Words.
Il sito non è come tanti altri, ma la parola indie rispecchia molto la mia scrittura. Zingara, selvatica, impertinente, affamata. Come me, insomma.
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