Estate, stagione di thriller. E ho inaugurato quel poco di bella stagione di questo 2011 (non so da voi, ma a Genova sembra di essere tornati a marzo...) con un bellissimo romanzo di Richard North Patterson. E' la prima volta che mi approccio a questo autore, e direi che sono più che soddisfatta. Non solo perché il legal thriller - uno dei miei generi preferiti, nonostante io detesti con tutta me stessa il diritto... mah :-) - è confezionato molto bene, ma tratta un argomento che mi sta da sempre molto a cuore (Jodi Picoult docet): la bioetica.
La vicenda ruota infatti attorno a una quindicenne incinta di un bimbo idrocefalo, che ha scoperto la malattia a gravidanza ormai avanzata ma vuole a tutti i costi abortire. Il padre della ragazza è però leader di un movimento antiabortista, e la ragazza si rivolge a un avvocato per poter abortire senza il consenso dei genitori. Il tutto mentre il neopresidente degli Stati Uniti deve scegliere il nuovo presidente della Corte Suprema, e l'aborto diventa un tema caldo per questa campagna elettorale.
Un romanzo che appassiona - lato thriller - e fa riflettere - lato bioetica. Penso sia impossibile dire con sicurezza in una situazione del genere io abortirei / io terrei il bambino. E' qualcosa che va oltre la nostra comprensione, che non possiamo lontanamente immaginare finché non lo viviamo. Romanzi come questo ci aiutano però a non dimenticare che situazioni del genere esistono, e che non sta mai, mai, mai a noi esprimere giudizi.
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