Questo libro mi ha riportato indietro di qualche anno, a quando ho scritto la tesi. Quando credevo di sapere tutto e invece non sapevo niente. Ho capito che per credere davvero in qualcosa bisogna metterlo in discussione continuamente. Che per credere in qualcosa bisogna motivare: in che cosa credo? Perché ci credo?
Mi chiedo quante delle persone che hanno e/o non hanno votato al referendum del 2005 sapessero ciò che stavano facendo. Quanti di loro erano andati dietro agli slogan "La vita non si tocca" o "La ricerca non si tocca" e abbiano cercato di capire di cosa si stesse parlando. Quanti si sono arroccati dietro a ideologie che qualcuno ha preconfezionato per loro.
Mi chiedo - se la legge 40 non fosse quel pastrocchio che è, se in Italia le cose fossero diverse - quanti genitori di figli con leucemia sarebbero disposti a preconfezionare un figlio geneticamente perfetto, un donatore di cordone ombelicale, sangue, midollo ed eventualmente di un rene. Quanti sarebbero disposti a considerare quel figlio un 'intermediario' prima che una persona, un insieme di composti organici creati ad hoc per salvare un'altra vita. Quanti sarebbero disposti ad andare avanti così per tredici anni, entrando e uscendo dagli ospedali in cerca di una soluzione che non arriva.
Mi chiedo quanti di questi 'figli creati ad arte' avrebbero il coraggio di fare come Anna: denunciare i genitori pur di avere il controllo sul proprio corpo. Poter scegliere, almeno per una volta, se essere o no il donatore perfetto.
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