giovedì 28 aprile 2011

Web analytics (Alessio Semoli)

L'ho già detto e lo ripeto. Più leggo libri come questo, più mi rendo conto che certi concetti legati al marketing non fanno per me. Può suonare assurdo, dato che proprio gli autori di questi testi - ma non solo - sostengono che chiunque voglia lavorare sul web non può prescindere da concetti come SEO, page rank, ROI e quant'altro.

E' indubbio che chi gestisce un sito web di grandi proporzioni - che si tratti di  un sito aziendale o di un sito personale di cui si è acquistato il dominio - non può fare a meno di saper analizzare i dati di traffico, per decidere in quale modo indirizzare le strategie di visibilità.

La web analytics permette di conoscere quali sono le pagine più visitate, i giorni e gli orari di maggiore afflusso, quale browser usano i lettori (ricordate certi siti di una volta che si leggevano bene su Firefox e malissimo su Explorer?), da quali zone d'Italia e del mondo provengono, se il clic arrivato sul vostro sito proviene da una 'persona reale' o da uno spider (ecco a cosa servono i captcha), e così via.

Uno strumento utile a chi cerca di ricavare introiti dal proprio sito web, o a chi è incaricato da un'azienda di massimizzarne il traffico.

Per i blogger la cui unica ambizione è esprimere se stessi - perché parlare di ciò che si ama è bello sia con 1.000, sia con 10, sia con 1 lettore al giorno - ci si può tranquillamente affidare alle vecchie, care statistiche del blog.

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