Da qualche giorno sto ripensando al mio romanzo. E' stato uno dei chiodi fissi del mio 2010, avviato grazie all'ennesimo bellissimo progetto di Morgan e Sul Romanzo. Era anche partito un gruppo, che da coppia-a-distanza era diventato trio-a-distanza, e che si è sciolto con la prima neve. Così devono andare le cose. Un romanzo non è come un lavoro: o lo hai dentro o non lo hai, o lo senti o non sai più come andare avanti.
Se dovessi trovare un aggettivo per definire il mio rapporto con la scrittura, sarebbe discontinuo. Cambia come il meteo, da un clima umido e afoso si passa al gelo dell'inverno, per poi lasciare che l'estate faccia ritorno. Il mio amore per il romanzo cambia con le stagioni. Da quando lo sento parte di me a quando lo metto in letargo, per poi farlo uscire quando il clima è propizio.
Non smetto mai di leggere. Ogni tanto smetto di vivere. E lui resta lì paziente, ad aspettare che io mi decida.
Per tenere viva la memoria, questa è la prima metà dell'incipit.
3 commenti:
Ora ti leggo..
Anche in questo caso ti capisco benissimo: stesso rapporto discontinuo con la scrittura, a volte, addirittura, una specie di "odi et amo"... ;)
Qualcosina ho già scritto anch'io (racconti/romanzi brevi e poesie, non pubblicati ancora però...), ma sento che la mia creatura più autentica (al di là di pubblicazioni et similia) ancora non è nata... :)
Appena ho un po' di tempo, mi leggo con calma il tuo incipit. ;)
Grazie a entrambi!
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