Alla fine del film Quattro matrimoni e un funerale Hugh Grant chiede a Andie MacDowell se vuole non-sposarlo, se vuole non-diventare sua moglie per il resto della sua vita.
Un finale curioso, ma forse assai più realistico dei tanti Sì, lo voglio che dalla letteratura vittoriana fino a Bridget Jones hanno riempito la narrativa per signore, facendoci credere che quelle coppie in apparenza così incompatibili ma di fatto perfette non avranno mai il minimo litigio su come spremere il dentifricio o su chi va a prendere il bambino all'asilo.
Madeleine, la protagonista di La trama del matrimonio, è appassionata di letteratura vittoriana. Il titolo del romanzo è anche quello della sua tesi di laurea, gettata alle ortiche per inseguire l'uomo che ama, in apparenza così incompatibile ma con il quale (chissà) potrebbe non dover litigare mai su come spremere il dentifricio o su chi va a prendere il bambino all'asilo. Perché ogni tanto pure la letteratura vittoriana ci azzecca.
Per la cronaca: l'uomo che Madeleine ama, aspirante scienziato con la fissa di Roland Barthes, è ricoverato in psichiatria perché soffre di disturbo bipolare, una malattia che la ragazza spera di curare con amore, comprensione e il giusto dosaggio di litio. A costo di sfidare i suoi genitori che fino a quel momento l'hanno creduta perfetta, e dicendo no alla dichiarazione d'amore del suo migliore amico, che per dimenticarla attraversa l'Europa e giunge fino a Calcutta per lavorare con Madre Teresa.
La trama del matrimonio (perché a un certo punto il matrimonio c'è, anche se la luna di miele termina con un nuovo ricovero) di Madeleine prosegue nella convinzione di prendere alla lettera la promessa "in salute e in malattia", anche quando il malato rifiuta di curarsi pensando che auto-ridursi le terapie lo porterà a vincere il Nobel per la Medicina mentre sua moglie vive da perfetta donna di casa rinunciando a ciò per cui ha studiato anni.
Anche se Jane Austen e Bridget Jones ci hanno fatto credere il contrario, l'amore non basta. Né tantomeno il matrimonio è una medicina. Anche perché, a dirla tutta, annullare se stessi in funzione dell'altro è tutto fuorché amore.
ps. dello stesso autore vi consiglio anche Middlesex, una storia d'amore al di là di ogni catalogazione di genere.
4 commenti:
Questo libro sembra molto interessante.
Non solo il matrimonio non è una medicina ma neanche un lieto fine. Solo un incipit.
Te lo consiglio, è davvero ottimo!
A volte mi imbattersi in un post sul blog che risponde perfettamente a una domanda che mi ha portato ad eseguire una ricerca in primo luogo - il tuo post è un buon esempio di un incontro felice.
Che dire.. ti ringrazio tantissimo!!
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