lunedì 22 agosto 2011

Lavorare in casa editrice: intervista a Las Vegas Edizioni

1) Come è nata l'idea del progetto Las Vegas Edizioni? Quali sono i suoi punti chiave?
Las Vegas edizioni nasce nel 2007 per dare spazio a quegli autori italiani di narrativa, esordienti e no, che secondo noi spiccano per stile e originalità. Ci occupiamo di narrativa non di genere e narrativa per giovani adulti.

2) Chi vuole approcciarsi a un lavoro nell'editoria si affida spesso a due strumenti: gli stages e le collaborazioni in remoto. Entrambi rivelano spesso un mondo fatto di contratti non regolari e collaborazioni sottopagate. Come giudichi questo fenomeno? Quali sono a tuo avviso le competenze da acquisire per diventare professionisti in questo settore?
La piccola editoria vive soprattutto grazie alla collaborazione volontaria creando spesso un ambiente di tipo familiare. La competenze si acquisiscono soprattutto con la pratica.

3) L'editoria è spesso confusa con 'tipografie su commissione', in cui chiunque sente di avere un talento letterario sborsa anche diverse migliaia di euro per stampare i propri testi. È possibile ritornare a un mercato editoriale che punti solo sulla qualità? A quali tipi di clienti vi rivolgete?

Noi ci siamo sempre battuti contro l'editoria a pagamento fino a ideare una fiera dedicata esclusivamente agli editori che si dichiarano non a pagamento. Al contrario di quello che si pensa gli editori a pagamento sono sempre esistiti con la differenza che oggi c'è più informazione e anche la nascita dei POD (print on demand) sta modificando il mercato. Per noi non richiedere contributi agli autori vuole dire innanzitutto selezionare i manoscritti, puntare sulla qualità ed essere liberi di creare una precisa identità editoriale non vincolata da quanto può pagare un aspirante autore. I nostri clienti quindi sono i lettori e non gli autori.
4) Avere un blog ed essere presenza attiva sui social network ha una funzione importante nel far conoscere la propria attività? Quali strumenti non possono mancare?

La Rete è uno strumento imprescindibile per un editore se vuole farsi conoscere. A maggior ragione nel nostro caso in cui ci rivolgiamo ad un pubblico giovane (mentalmente e/o anagraficamente). E' importante utilizzare i vari canali in maniera consapevole quindi conoscendo bene le potenzialità del mezzo. Ad esempio su facebook è molto importante instaurare un dialogo con i lettori. Sul blog bisognerebbe approfondire argomenti che magari su twitter compaiono in 'embrione'. Insomma è importante esserci ma esserci con un po' di buon senso e rispetto per gli altri utenti.

5) In sintesi, cosa consigli a chi vuole lavorare nel settore dell'editoria?

E' un settore saturo e se non si è più che motivati diventa davvero difficile inserirsi. Ci vuole pazienza, curiosità e voglia di mettersi in gioco.

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