1) Come è nata l'idea del progetto Butterfly? Quali sono i suoi punti chiave?
Butterfly Edizioni era da un po' nella mia testa e anche nel mio cuore, ma ho realizzato concretamente il progetto soltanto nel gennaio 2011. I suoi punti chiave sono: onestà, innovazione e sfida. Innanzitutto noi parliamo chiaro, non promettiamo se non cose fattibili, ci diamo tanto da fare e non lasciamo l'autore da solo in questo percorso di salita... sfidiamo le difficoltà del settore con caparbietà e innovazione... creiamo delle modalità di promozione ad hoc... e diamo attenzione al lettore che per noi è il nostro punto di riferimento: quindi belle copertine, buoni libri in cui crediamo e investiamo e prezzi bassi di vendita... tutto questo ha un nome: Butterfly Edizioni!
2) Chi vuole approcciarsi a un lavoro nell'editoria si affida spesso a due strumenti: gli stages e le collaborazioni in remoto. Entrambi rivelano spesso un mondo fatto di contratti non regolari e collaborazioni sottopagate. Come giudichi questo fenomeno? Quali sono a tuo avviso le
competenze da acquisire per diventare professionisti in questo settore?
Come in ogni lavoro ci vuole tanta esperienza e l'esperienza di cui parlo è quella nel campo, non la teoria: è quella che si fa con gli anni, purtroppo molto spesso gratis più che sottopagati. Io ho cominciato così: mi sono offerta come lettrice a diverse case editrici... a volte finendo a fare anche editing e promozione... questo per quasi 3 anni e completamente gratis. Nel frattempo mi sono interessata al settore e ho fatto ricerche per conto mio, in questi anni ho imparato tante cose e grazie a questo mi sono potuta lanciare nel progetto della Butterfly Edizioni. Questo fenomeno temo non finirà tanto facilmente, perché purtroppo l'editoria è un settore molto difficile e concorrenziale.
I costi sono elevati, soprattutto quando si decide di investire sull'autore, anche perché non scordiamoci che l'Italia è agli ultimi posti per la lettura e quindi soprattutto per l'acquisto di libri. Questo influisce molto il mercato, che ha fatto diventare gran parte dell'editoria a pagamento proprio per sopravvivere alle difficoltà di vendita.
3) L'editoria è spesso confusa con 'tipografie su commissione', in cui chiunque sente di avere un talento letterario sborsa anche diverse migliaia di euro per stampare i propri testi. È possibile ritornare a un mercato editoriale che punti solo sulla qualità? A quali tipi di clienti vi rivolgete?
Bisogna saper distinguere quelli che vogliono scrivere e quelli che sanno scrivere... Tra quelli che sanno scrivere ci sono molti che preferiscono pubblicare a pagamento perché credono molto nella loro opera, oppure pubblicare online o tramite vere e proprie tipografie sperando di farsi conoscere al pubblico e magari successivamente trovare l'editore “giusto”. Hanno fatto così molti scrittori famosi. Ci sono bellissime opere pubblicate da editori a pagamento o tipografie e a volte capita di leggere schifezze pubblicati da editori “veri”... insomma, il mondo è vasto! Ormai tutti si credono grandi scrittori solo perché riescono a mettere in fila due frasi a senso compiuto e raccontare i propri fatti agli altri... ma i libri, le vere storie sono altre...
Ritornare a un mercato editoriale pulito è veramente difficile, perché l'editore medio (mi ci metto in mezzo anch'io) vuole puntare sulla commerciabilità, con il rischio a volte di escludere storie che varrebbe la pena leggere. Solo che i lettori non sempre apprezzano le storie di nicchia... sono esigenti e l'editore cerca di accontentarli, a volte purtroppo anche di fregarli... con romanzi banali che solo con un po' di buona promozione dietro arrivano in tutte le librerie ma a livello di contenuto non danno tanto.
Noi come casa editrice ci rivolgiamo a un pubblico eterogeneo: bambini, adolescenti e adulti, abbiamo deciso di pubblicare Opere per tutti i gusti e dai generi più diversi, come potete leggere anche dalle nostre collane.
4) Avere un blog ed essere presenza attiva sui social network ha una funzione importante nel far conoscere la propria attività? Quali strumenti non possono mancare?
Direi che per farsi conoscere vada bene un po' tutto... ovviamente la rete è diventato uno strumento fondamentale dei giorni nostri ed è molto usato dal pubblico giovanile ma anche dagli adulti. In poco tempo si riesce a raggiungere un pubblico molto vasto. Che poi questo funzioni a livello commerciale questa è un'altra storia... ma comunque i contatti ci sono e questo a lungo a dare può dare i suoi buoni frutti. Ma oltre a questo ci devono essere promozioni anche tramite presentazioni o eventi letterari, sessioni d'autografo con gli autori e volantinaggio. Bisogna mischiare un po' il tutto e lasciarsi trasportare dalla fantasia: questo è un lavoro dove possono vincere solo le idee innovative.
5) In sintesi, cosa consigli a chi vuole lavorare nel settore dell'editoria?
Consiglio pazienza, volontà ed esperienza fatta sul campo.
2 commenti:
molto interessante questa intervista. Domande rivolte all'intervistata:
- Esiste un limite di età per lavorare nel settore editoriale?
- come hai fatto a proporti come lettrice per le case editrici? io ho provato a cercare un po' in rete perchè mi piacerebbe molto farlo, ma non ho trovato nessuna notizia interessante.
- Oltre all'esperienza sul campo [tanta e tanta esperienza], una volta uscita dall'università, buttarsi su corsi privati, riconosciuti dalla regione, con annessi 300 ore di stages nelle case esitrici che ti propongono, possono essere utili per iniziare una carriera nell'ambito editoriale? [anche perchè questo corso costa 3000 euro, penso sia davvero valido, ma prima di decidere e sborsare una cifra così alta, vorrei esser sicura, di non averlo fatto tanto per ...]. grazie in anticipo :)
[Marta, gli e le giri le domande :P]
bella intervista!!! complimenti!
Posta un commento