Ho visto finalmente la prima puntata di Csi della mia vita. E' successo domenica, all'ora di pranzo, mentre ero in preda a uno stato di salute non propriamente dei migliori.
La vittima in quell'episodio era un ragazzo, il classico bullo della scuola ucciso - forse - da qualcuno a cui aveva dato un po' troppo fastidio. A un certo punto i vari protagonisti si interrogano a vicenda su com'erano a quei tempi: chi secchione, chi popolare, chi sociopatico.
Mi è venuto da pensare a com'ero io, una sfigata con tanto di patentino, che diventava sempre più ridicola a ogni suo sforzo di apparire normale. Con il risultato che mi tuffavo sui libri, ore e ore di studio solitario per allontanare la mia mente dal pensiero di quanto la mia vita facesse schifo. E due volte l'anno arrivava la pagella a compensarmi di tutti i miei mali.
A ricordare ora quegli stati d'animo mi viene quasi da ridere. Quando sei al liceo vivi in una specie di limbo, ti autoconvinci che la vita cominci e finisca lì, ogni tua azione è vincolata dalla maggiore o minore popolarità che ne consegue.
Poi ne esci, e ti accorgi che fino a quel momento non sapevi un cazzo di cosa significa stare al mondo.
1 commento:
Dice Guccini " A vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età"
Non saprei sintetizzare meglio. Per fortuna poi (quasi sempre) si cresce.
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