lunedì 14 giugno 2010

Il complesso della sveglia

Quanto è bello vivere senza orologio! Non lo porto da anni, e cerco di regolare le mie attività guardandolo il meno possibile. Il tempo che passa è una delle peggiori ansie da combattere, qualunque cosa facciamo sembra sempre troppo presto o troppo tardi.

L'unico momento della giornata in cui diventa indispensabile è la mattina presto. Alzarmi sulle note di una canzone (fino a qualche settimana fa era Teardrop dei Massive Attack, ora è Voice within di Christina Aguilera), lasciar correre quei dieci-venti secondi di scazzo perché è ora di alzarsi, poi saltare su e cronometrarmi fino all'arrivo in stazione. E da quel momento non mi ferma nessuno.

Da stamattina c'è però una novità: sono cambiati gli orari dei treni, causa lavori sulla galleria mi hanno posticipato il diretto. Avevo due opzioni: continuare così (e correre giù per via Balbi tutte le mattine) o anticipare la partenza. Ho scelto la seconda. E mi accorgo che arrivare a Genova circa un'ora prima di iniziare a lavorare, quando le strade iniziano piano piano a riempirsi ma c'è già luce come a mezzogiorno, mi dà un senso di pace che fa iniziare meglio la giornata.

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