martedì 4 maggio 2010

Liberi di o liberi da?


Qualche giorno fa ho letto su Glamour un articolo sulla libertà. Trattasi di una di quelle mini-rubriche del tipo dai una svolta alla tua vita, con testimonianze di chi ha mollato un lavoro stressante, una vita passata più su Facebook che a contatto con il mondo reale, la schiavitù del guardare sempre l'orologio e così via.

Alla fine dell'articolo si è parlato di un concetto interessante: il fatto che la libertà non è un concetto univoco, ma ne esistono due tipi. Libertà da e libertà di. C'è chi intende la libertà semplicemente come una fuga da una realtà che non mi piace, una tentazione in cui cado spesso anche io. Invece la libertà autentica è qualcosa di differente.

Esempio: Voglio andarmene da questo paese che mi limita e non mi consente di esprimermi quanto vorrei, eppure quell'appartamento che da alcuni mesi pregusto di abitare ancora non arriva. E io che penso che c'è una spiegazione dietro a tutto, mi rendo conto che forse non sono ancora pronta a viverlo.

Mi sa che il trasloco nella mia testa è ancora una libertà dal paese, più che una libertà di vivere senza la schiavitù dei treni, di gestirmi una casa tutta mia, di poter passeggiare sul lungomare o davanti alle vetrine ed entrare in una libreria, di stare più vicina ai miei tesori. Questo già lo faccio ora, anche se con qualche limite.

A volte la vera libertà è vivere fino in fondo ciò che già si possiede, piuttosto che ricercare qualcosa che vada oltre.

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