martedì 20 settembre 2011

Anobii e Goodreads: perché si, perché no





Non è un altro stupido social network: il mondo dei media sociali è più vasto che mai, e seguire lo stream di tutti i social a cui si è iscritti è praticamente impossibile. Finisce così che ciascuno sceglie quello che preferisce e sta dietro solo a quello. Finisce anche che il quello di cui sopra è quasi sempre Facebook o Twitter.

Gli altri social network sono ridotti a pure e semplici vetrine di sé da aggiornare all'occorrenza. LinkedIn è la copia web del curriculum, Anobii e Goodreads uno scaffale da riordinare ogni tanto.

Ammetto di essere una dei molti utenti di Anobii e Goodreads che usano questi social unicamente come elenco dei libri che ho letto. Sbagliando, si intende. Perché per una divoratrice di libri come me sarebbe l'occasione perfetta per discutere con persone che condividono la mia stessa passione, senza perdermi nelle miriadi di altri input che Facebook, Twitter, LinkedIn e Friendfeed mi offrono.

Questi social sono diventati recentemente parte del mio lavoro, grazie ai neonati gruppi Anobii e Goodreads di Quintadicopertina (a proposito, vi siete già iscritti?). Penso che per un editore, per un appassionato di lettura e per un blogger questi social network siano un terreno fertile spesso sottovalutato.

Quale dei due scegliere? Difficile dirlo. Sono molto diversi, uno (Anobii) graficamente più appetibile e l'altro (Goodreads) molto più cool e internazionale. Entrambi con le loro nicchie di lettori, soprattutto i pigri (o i consapevoli) che ne hanno scelto uno solo. Personalmente consiglio entrambi.

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