Un sito che chiunque si approccia al mondo del lavoro - online e non - è Repubblica degli Stagisti, curato da Eleonora Voltolina. Per quanto riguarda il lavoro di giornalista, blogger, articolista o che dir si voglia, ci sono molti spunti interessanti per capire come muoversi nel settore, e soprattutto quali ostacoli evitare.
A mio parere la priorità fondamentale è una sola: non accettate mai di lavorare senza un contratto. Senza un contratto regolare (va bene anche una scrittura privata, non bisogna per forza essere lavoratori dipendenti) nessun rapporto di lavoro ha il diritto di esistere. E' il contratto che vi tutela - per esempio - affinché la testata che vi offre lavoro vi dia poi in cambio il compenso previsto.
Se volete diventare giornalisti pubblicisti, ricordate che è la testata che deve pagare voi, non voi che dovete pagare la testata. Se lo fate, è illegale e svilite il vostro talento e la vostra passione. Questo articolo di Repubblica degli Stagisti è molto illuminante in merito, così come quello che vi spiega i passi da compiere per diventare pubblicisti.
Ma non c'è solo questo: Repubblica degli Stagisti denuncia la vergogna di articoli pagati 2,50 euro l'uno (e chi fa questo mestiere ben sa che 2,50 ad articolo sono una cifra quasi 'alta', rispetto alla media...).
Cosa fare dunque per cambiare le cose? Due sono le regole principali:
1) informarsi. Se una testata vi dice che "al momento non può pagarvi" o che "1 euro ad articolo è il massimo che può permettersi", abbiate il coraggio di dire no grazie e passare oltre. Perché esistono molte testate serie che pagano in modo serio e soprattutto stipulano regolare contratto con ogni collaboratore.
2) valorizzarsi. La scrittura è un dono bellissimo. Se amate farlo e volete sviluppare il vostro talento, perché svilirlo con un lavoro qualsiasi? E' come studiare per un esame universitario facilissimo puntando al 18. Dedicate al vostro blog personale le vostre energie, e sul fronte lavorativo puntate solo al meglio! E' nel vostro diritto!
2 commenti:
... Ogni volta che torno con il pensiero alle decine di contatti avuti nel 2010 per poter avere un contratto e scrivere in una casa editrice a livello umanamente e legalmente corretto... mi viene un momento di tristezza forte. Ho abbandonato il desiderio di diventare pubblicista. Al momento non è possibile. Troppe le costanti risposte: vuoi scrivere? Non ti pago. Quindi mi sono rivolta a cercare altri modi per scrivere.
Essere giornalista non è la mia priorità.
Neanche la mia. Anche volendo comunque non avrei i requisiti, ho collaborato con una testata registrata senza essere pagata, e ora collaboro (pagata) con una testata non registrata.
Credo che però sia molto importante che chiunque voglia intraprendere questa strada si informi sui suoi diritti.
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