Sono una blogger e ne vado fiera. Non solo: sono una blogger senza tesserino, e in un certo senso ne vado ancora più fiera.
Scrivo racconti da quasi dieci anni (tra alti e bassi), da poco più di un anno produco almeno un contenuto al giorno che finisce sul web. Sono gli aggiornamenti di stato dei miei social network, i post del mio blog, gli articoli che ho scritto fino a settembre per mentelocale e - da alcuni mesi a questa parte - i post per Blogosfere, SulRomanzo e altri siti presenti e futuri. Leggo annunci ogni giorno, cestinandone il 99% come sempre accade. Ho due caselle di posta elettronica e un account Google Reader perennemente intasati.
Eppure, niente di tutto questo mi farà avere quel benedetto tesserino. Quando ho realizzato per la prima volta questo fatto, ho avuto un attimo di sconcerto. Trenta secondi, per essere precisi. Al trentunesimo mi è uscito spontaneo un embè?
Il tesserino fa diventare giornalisti (pubblicista o professionista che sia), ovvero la categoria blogger si "assorbe" in questo antico status tutto italico. La distinzione è sottile ma reale, e io - per quanto ci ho capito finora - penso di sentirmi più blogger che giornalista. E allora che me ne faccio di un tesserino che mi definisce come qualcosa che non sono?
2 commenti:
Non ti conosco, ma siamo colleghi, mal pagati, poco considerati ma con qualcosa o con tanto da dire. Tu hai una nobile arte, quella di farti capire in poche righe e quest'attitudine la conservi anche senza tesserino, visto che chi lo tiene in tasca forse non avrebbe mai dovuto detenerlo
Grazie mille Giuliano delle tue parole, sono ancora più gradite visto che arrivano da un "collega" blogger.
Posta un commento